Stato fisico: si presenta liquido e a cristallizzazione molto lenta, grazie alla sua composizione zuccherina ricca di fruttosio (il rapporto fruttosio glucosio è pari al 2,27%) il cristallo è, eventualmente, relativamente grande
Colore: ambra più o meno scuro quando liquido, marrone con la cristallizzazione.
Odore: intenso, pungente, tannico e ammoniacale.
Sapore: poco dolce e caratteristicamente amaro
Aroma: intenso, simile all’odore, molto persistente.

Il polline Del Castagno è relativamente piccolo e, nell’analisi, risulta quindi iperrappresentato. Per dichiarare un miele come “monoflorale di castagno” la percentuale del relativo polline nel sedimento deve essere superiore al 90%.Questa alta presenza maschera tutte le altre componenti.Lle altri specie sono quindi scarsamente presenti è sempre in percentuale molto ridotta. Tra queste si annoverano quelle comuni nel miele Millefiori di montagna, col quale questo prodotto condivide l’area di produzione: Rovo, robinia, trifoglio, rosacee come sorbo, ciliegio e mirabolano punto, inoltre ericacee composite, ombrellifere e tiglio. Possono essere presenti anche ramno, clematide e specie ruderali e infestanti quali ailanto, verbasco e vite del Canada. Tra le forme appartenenti a specie non nettarifere si possono ritrovare graminacee, plantaginaceae, orniello, vite, filipendula e roverella. Possono essere eventualmente presenti indicatori di quote più elevate come bistorta, nontiscordardimé, meliloto, acero, eliantemo e rododendro. Il miele di castagno è un prodotto dal sapore deciso e caratteristico che trova grandi estimatori. La pianta, in annate favorevoli, è un’ottima fonte nettarifera. La fioritura però coincide spesso con un periodo di siccità e di vento, compreso fra la fine delle piogge primaverili e i temporali estivi di luglio e agosto che ne compromettono il raccolto.
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Questa produzione  varia a seconda delle annate  e nella nostra zona non è facile da ottenere. Infatti il castagno era una pianta molto coltivata e legata in modo diretto all’economia agricola e alla sussistenza sino agli anni 60. Con l’abbandono della montagna avvenuto in tali periodi e la diffusione del “mal dell’inchiostro” la presenza del castagno si è drasticamente ridotta. Data la contemporanea fioritura del tiglio, il miele di castagno spesso risulta “inquinato” da questo nettare.
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E’ indicato con i formaggi molli molto saporiti, quali gongorzola e caprino fresco piccante.  Con le carni è particolarmente indicato per laccare l’arrosto. Si abbina ottimamente con i gelati alla crema. Si accosta bene alle noci. E’ inoltre il componente della tradizionale pozione magica contro le malattie da raffreddore, ottimo viatico per la notte: latte caldo, miele e cognac. Una prima colazione con pane abbrustolito ancora caldo, spalmato con un velo di burro e miele di castagno della Valtellina, accompagnato da una tazza di caffelatte costituisce un’ottima partenza mattutina.